Gianluca Favero e Mariella Orsi: Perché “Laborcare Journal?”

Il Direttore Responsabile e la Direttrice Editoriale raccontano come hanno deciso di editare la rivista ”Laborcare Journal”

Nel 2007, dopo un’attenta riflessione su quanto gli studenti delle Professioni Sanitarie sentissero il bisogno di approfondire le tematiche legate al “fine vita”, abbiamo creato il portale laborcare.it definito “un Laboratorio di Orientamento per il miglioramento dell’approccio interculturale alle cure di fine vita”. Con il passare degli anni il sito Laborcare è stato implementato da più voci e visitato non solo da professionisti che operano in ambito sanitario, nel volontariato e da cultori delle tematiche inerenti il fine vita ma, soprattutto, da studenti che in questo sito hanno identificato un “luogo” dove trovare materiale utile per i loro studi e, anche, per redigere le loro tesi di laurea.

Sono stati proprio gli studenti che, a poco a poco, hanno contribuito ad arricchire con testimonianze e tesi e riflessioni scritte, il sito Laborcare.

Con il passare del tempo ha preso forma “un luogo” dove ripensare alla fine della vita in un’ epoca storica in cui il tema del morire, continua a vivere le sue contraddizioni favorite da una sempre maggiore adesione alla tecnica che, progressivamente, riduce la Persona a “corpo” costituito da “organi da aggiustare”.

Continuiamo a commuoverci nel vedere film o leggere testimonianze in cui sono “gli altri” a morire. Non passa anno, infatti, in cui non vengano prodotti film o libri centrati su tematiche legate al fine vita .

La morte viene privata della scena che l’Uomo le ha sempre tributato; Ignazio Marino parla di “morte tecnica”, una morte relegata al puro evento biologico per il quale la Medicina continua a sentirsi sconfitta. Nel corso di questi anni le vicende di persone quali Welby, Englaro, Schiavo, Monicelli e tanti altri hanno trasformato le scelte di fine vita in “oggetto di discussione” sui media e tra le diverse forze politiche che, se da una parte, hanno richiamato l’attenzione dei cittadini sulle tematiche inerenti la fine della vita, dall’altra hanno prodotto derive che rischiano di espropriarci del “nostro morire”.

La morte, come la nascita, sono gli elementi fondanti della biografia di ognuno di noi, sono eventi unici e intimi da condividere con le persone care.

In questa “modernità” i professionisti sanitari corrono sempre di più il rischio  di diventare numeri, “codici a barre” proprio come afferma Zygmunt Bauman: “i destinatari dell’ assistenza vengono ridotti sempre più a esemplari di cate- gorie legali ed è stato messo in moto il processo di “rimozione del volto” endemico in ogni burocrazia”,

Così come per il volto, anche il bisogno di tempo viene “rimosso”, espropriato in nome del “fare in fretta” chiusi in acronimi, procedure, momenti vissuti come una “scannerizzazione” del quotidiano che comprime quanto viviamo e lo relega in una memoria destinata a perdersi.

Nel corso dell’ultimo anno è, quindi, maturata l’idea di unire al sito un periodico on line denominato “Laborcare Journal”, scaricabile gratuitamente dal sito che, a scadenza trimestrale, offrirà materiale di studio e riflessione sulle tematiche connesse alla morte e al processo del morire. Come già per il sito laborcare.it, esortiamo tutti coloro che desiderano condividere testimonianze di buone pratiche e/o di vissuti di cura ad inviare i loro contributi  alla Redazione di Laborcare Journal che, dopo la valutazione da parte anche del Comitato Scientifico, saranno pubblicati.

Buona lettura!

Gianluca Favero

Direttore Responsabile

Mariella Orsi

Direttrice Editoriale

Fonte dell’articolo

RDC 2024.12 720×90
Potrebbe piacerti anche