Emergenza Mpox

L’epidemia di Mpox o “vaiolo delle scimmie”, rappresenta una delle sfide sanitarie globali più recenti e preoccupanti. La sua diffusione sta sollevando preoccupazioni a livello internazionale.

Al termine della preghiera dell’Angelus di domenica 25 agosto 2024, Papa Francesco ha espresso la sua solidarietà alle persone e ai Paesi colpiti dalla Mpox: Desidero manifestare la mia solidarietà alle migliaia di persone colpite dal vaiolo delle scimmie, che costituisce ormai un’emergenza sanitaria globale. Prego per tutte le persone contagiate, specialmente la popolazione della Repubblica Democratica del Congo così provata. Esprimo la mia vicinanza alle Chiese locali dei Paesi più colpiti da questa malattia e incoraggio i governi e le industrie private a condividere la tecnologia e i trattamenti disponibili, affinché a nessuno manchi l’adeguata assistenza medica.”.

Dalle origini alla sua diffusione oggi

Il virus mpox è stato identificato per la prima volta negli anni 58 in una colonia di scimmie da laboratorio, in Danimarca. Il primo caso umano di mpox è stato segnalato nella Repubblica Democratica del Congo nel 1970. Le infezioni umane sono state causate da piccoli animali, come scimmie e roditori, che hanno trasmesso il virus all’uomo. In effetti gli esseri umani possono contrarre il virus attraverso il contatto diretto con animali infetti o tramite il consumo di carne contaminata. Il virus ora si diffonde facilmente da persona a persona e sembra mutare più rapidamente.

Fino al 2022, i casi di mpox al di fuori dell’Africa erano rari, pero ora si registrano dei casi in tutto il mondo, inclusi paesi europei, nordamericani e asiatici. Questo aumento è stato attribuito principalmente a una maggiore mobilità globale.

Sintomi e complicazioni

I sintomi più comuni includono febbre, mal di testa, dolori muscolari e linfonodi ingrossati. Successivamente, appare un’eruzione cutanea che può evolversi in vesciche piene di liquido, simili a quelle osservate nel vaiolo. La malattia può durare da due a quattro settimane e, i sintomi di solito si risolvono da soli dopo circa 14-21 giorni.

La malattia può aggravarsi e diventare potenzialmente fatale, soprattutto tra i bambini piccoli, le donne in gravidanza e le persone immunocompromesse, come le persone con HIV scarsamente controllato.

In alcune circostanze, possono verificarsi complicazioni gravi, come infezioni secondarie, sepsi o encefalite.

Risposta e lotta contro Mpox

Il 14 agosto 2024, il Direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha stabilito che “la recrudescenza dell’mpox nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e in un numero crescente di Paesi africani, e anche al di fuori del continente, costituisce un’emergenza di salute pubblica di portata internazionale. (…) è chiaro che è necessaria una risposta internazionale coordinata per fermare questi focolai e salvare vite umane”.

L’OMS, che prevede un fabbisogno immediato di 15 milioni di dollari per sostenere le attività di sorveglianza, preparazione e risposta, ha sbloccato 1,45 milioni di dollari dal suo Fondo di riserva di emergenza. L’OMS sta collaborando con i Paesi e i produttori di vaccini per facilitare un accesso equo a vaccini, trattamenti, prodotti diagnostici e altri strumenti.

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