Don Ferdinando Colombo: Dar da Bere agli Assetati
Attualizzare le opere di misericordia con lo sguardo di don Ferdinando Colombo
Ottocento milioni sono le persone che non hanno un rubinetto in casa e secondo le stime dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, più di 200 milioni di bambini muoiono ogni anno a seguito del consumo di acqua insalubre e per le cattive condizioni sanitarie che ne derivano. Complessivamente si stima che l’80% delle malattie nei Paesi del Sud del mondo sia dovuto alla cattiva qualità dell’acqua. Nel mondo, un miliardo e 400 milioni di persone del pianeta non hanno accesso all’acqua potabile.
Un cittadino nordamericano utilizza 1.700 metri cubi di acqua all’anno; la media in Africa è di 250 metri cubi all’anno. La Commissione mondiale per l’acqua indica in 40 litri al giorno a persona la quantità minima per soddisfare i bisogni essenziali. Con circa 40 litri noi italiani facciamo la doccia, per gli altri rappresenta l’acqua di intere settimane.
L’Italia è prima in Europa per il consumo d’acqua e terza nel mondo con 1.200 metri cubi di consumi l’anno pro capite. Più di noi soltanto gli Stati Uniti e il Canada. Rispetto ai parametri europei non possiamo invece che passare per spreconi: gli italiani consumano quasi otto volte l’acqua usata in Gran Bretagna, dieci volte quella usata dai danesi e tre volte quello che consumano in Irlanda o in Svezia.
L’acqua è divenuta l’oro blu
Se la crisi idrica è connessa a molteplici fattori (aumento della popolazione mondiale, aumento del fabbisogno di acqua per usi industriali, civili e agricoli, inquinamento dei corsi d’acqua e delle falde acquifere, mutazioni climatiche…), essa richiede politiche ispirate a valori culturali e umani di solidarietà, non meramente economici. Il passaggio dell’acqua da diritto a merce è uno dei principali motivi di ingiustizia.
Papa Francesco
«Un problema particolarmente serio è quello della qualità dell’acqua disponibile per i poveri, che provoca molte morti ogni giorno. Fra i poveri sono frequenti le malattie legate all’acqua, incluse quelle causate da microorganismi e da sostanze chimiche. La dissenteria e il colera, dovuti a servizi igienici e riserve di acqua inadeguati, sono un fattore significativo di sofferenza e di mortalità infantile.» (Laudato si, 29)
«L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani». (Laudato si, 30)
«È prevedibile che il controllo dell’acqua da parte di grandi imprese mondiali si trasformi in una delle principali fonti di conflitto di questo secolo». (Laudato si, 31)
La bevanda è vita. Come qualsiasi tipo di esistenza vegetale ha bisogno dell’acqua, così ancor più ne ha bisogno l’essere umano. È più terribile morire di sete che morire di fame! Fin dal primo istante della sua esistenza, la creatura ha bisogno di nutrimento. Il neonato cerca subito il seno materno; ma già prima del parto la madre lo nutre, perché il feto possa svilupparsi e crescere, fino a diventare – in qualche modo – autonomo. Nella vita dell’uomo il mangiare e il bere sono necessari, indispensabili: non ogni tanto ma sempre, tutti i giorni, dalla nascita alla morte!
Già nel 1994 Giovanni Paolo II, alla Giornata Mondiale per l’Alimentazione sottolineava la necessità di “… considerare l’importanza dell’acqua per la vita e la sussistenza degli individui e delle comunità. Giacché ognuno deve avere la possibilità di accesso a rifornimenti d’acqua incontaminata, la comunità internazionale è chiamata a cooperare per proteggere questa preziosa risorsa da forme di utilizzazione non adeguate e dal suo spreco irrazionale. Senza l’ispirazione che deriva dai principi morali profondamente radicati nei cuori e nelle coscienze degli uomini, gli accordi e l’armonia che dovrebbe esistere a livello internazionale per la preservazione e l’uso di questa risorsa essenziale saranno difficili da mantenere e portare avanti”. Tutto questo non può che portare a una presa di coscienza della gravità del problema e a operare a livello politico per rispondere adeguatamente alla domanda disperata di chi chiede da bere. Altrimenti le parole “avevo sete e non mi avete dato bere” (Mt 25,42) giudicheranno e sorprenderanno anche noi.
Una Samaritana venne ad attingere l’acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere». Inizia così un dialogo durante il quale la donna non attinge l’acqua e Gesù non la beve, ma entrambi mostrano che la vera acqua che può saziare è l’incontro e che la vera sete è il desiderio di relazione.
E Gesù, promettendo l’acqua dello Spirito e della rivelazione, promette l’acqua che disseta per la vita eterna. Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest‘acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna» (Gv 4,3-42).
C’è un’affermazione di Gesù, riferita solo da Giovanni: «Chi ha sete venga a me, e beva chi crede in me; come dice la Scrittura, “fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Questo egli disse, riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui» (Gv 7,37-38).
Dice Gesù: “chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Mt.10,42).
E non dimentichiamo quel grido doloroso di Gesù sulla Croce: “Ho sete!” che racchiude tutte le necessità degli uomini sofferenti, ma anche e principalmente la sofferenza di Dio verso le persone che si perdono. Sì, dicono i Santi, Gesù ha sete di noi, ha sete delle persone che rischiano di perdersi e il suo grido dalla Croce cerca persone che lo aiutino a colmare questa sete diventando suoi discepoli per portare a Lui quante più persone è possibile. (Luciano Manicardi)
PREGHIERA
Grazie a te, o Dio nostro Padre,
che in nostra Sorella Acqua, tua creatura, ci hai aperto il grembo della vita;
grazie a te, per l’onda che irriga, il lavacro che purifica,
la bevanda che disseta, il fonte della nostra rinascita Cristo tuo Figlio.
Fa’, o Signore, che ogni uomo possa sempre godere di questo refrigerio
e conservando limpida e casta l’opera della creazione,
veda in essa il riverbero della tua bontà
e un invito costante alla purezza del corpo e dell’anima.
Per Cristo nostro Signore.
Amen
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- “Le Opere di Misericordia“, don Ferdinando Colombo