Cosa è successo in Guinea Bissau dopo il 27 febbraio

Erano tante le attese per le elezioni del 27 febbraio in Guinea Bissau. Il fidei donum don Lucio Brentegani si pone tante domande

Sembrava che dovesse essere un giorno di cambiamenti epocali nella storia socio politica della Guinea Bissau, ma in realtà non é cambiato nulla. Non cambiare nulla è il piano di chi sta al potere, evidentemente.

Il presidente del Parlamento, che dovrebbe succedere al Presidente “scaduto” non é in Guinea Bissau; continua a dire che è disponibile ad assumere questo incarico, ma ancora nulla.
La mia impressione é che non si sa da che parte stanno i militari, perché poi alla fine dei conti, quelli che contano di più (per forza) sono loro.

La delegazione di alto livello della CEDEAO ha cercato una strada di dialogo inclusivo con tutti i partiti del parlamento, ma il presidente ha dato loro 24 ore per lasciare il Paese e per chiudere il processo di dialogo in vista di una soluzione.

Qualche giorno dopo il presidente (ex-presidente) ha fatto un decreto (dopo la fine del mandato non potrebbe farne più) in cui fissa le elezioni per il 23 novembre 2025, aumentando così di fatto il suo mandato di 5 anni di un nuovo anno.

Cosa sarà del futuro della Guinea Bissau? Come sarà il suo processo democratico?

Da che parte staranno i militari?
Come riusciranno l’85% dei deputati eletti dal popolo a prevalere sui restanti 15% ma che stanno al potere?

Come potrà la popolazione continuare a pensare e a manifestare liberamente quando lo Stato glielo impedisce?

Cosa sarà della popolazione guineana con scioperi nelle scuole e negli ospedali quasi tutti i giorni da mesi, ma senza un dialogo costruttivo con il governo?

Cosa succederà durante la campagna di raccolta e di commercializzazione degli anacardi (Maggiore entrata economica del Paese e delle famiglie)?

Come riusciranno le organizzazioni della società civile (lega dei diritti umani, ecc.) a far prevalere una visione di Stato di diritto invece della situazione di stato di assedio?

Qual è il ruolo della Chiesa Cattolica dentro questo scenario socio politico, sapendo che il potere vuole che stia in silenzio e in sacrestia (dimenticando che la Chiesa cattolica gestisce più del 15% delle scuole e le migliori strutture di salute in Guinea Bissau)?

Sono solo alcune delle domande legittime di questo momento. Io non ne ho la risposta, ma vale la pena di cercarla. Meglio se insieme.

Fonte

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  • Foto di Flora Massari
SEC 2024-2025
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