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Chiara Lubich (1920 – 2008) e il Carisma dell’unità: Un annuncio che cambia la vita

Chiara Lubich, una donna straordinaria che ha portato nella chiesa del XX secolo una dirompente novità

Di lei è stato scritto molto. Queste righe vogliono essere la mia personale testimonianza della fecondità dell’annuncio che Chiara ha rivolto a milioni di persone, cambiandone la vita.

Sono una focolarina italiana e vivo in Kenya dal 2021 nella Mariapoli Piero, una delle tre cittadelle del Movimento dei Focolari nel continente Africano. La prima fra queste fu Fontem, nel cuore della foresta camerunense, dove nel 1964 un gruppo di focolarini medici diede testimonianza dell’amore evangelico. Chiamati dal vescovo cattolico a prendersi cura del popolo Bangwa affetto dalla malattia del sonno e da una grave mortalità infantile, realizzarono un ospedale con reparti specializzati e sale operatorie, un college per l’educazione di bambini e giovani, una centrale elettrica. Risollevarono così la vita del villaggio e di quelli adiacenti e rinnovarono i rapporti tra gli abitanti con lo spirito dell’amore cristiano. Un “miracolo” avvenuto nel cuore della foresta che portò questo popolo e diversi altri ad incamminarsi sulla via della fede cristiana e della fraternità.

Come a Fontem, incarnare le parole di Gesù nella cultura e vita locale è lo spirito che anima le attività e i luoghi di convivenza del Movimento dei Focolari o Opera di Maria, non solo in Africa ma nel mondo, in 182 paesi dei cinque continenti. I membri e aderenti si ispirano alla vita dei primi cristiani formando comunità rinnovate dal Vangelo e costruendo rapporti di fraternità tra cattolici, cristiani di varie denominazioni, appartenenti a diverse religioni e quanti, anche senza alcun riferimento religioso, vogliono contribuire a tutelare i valori universali quali la pace, la giustizia, la salvaguardia della natura. Un Movimento ecclesiale che è proteso a contribuire alla realizzazione dell’unità e fraternità universale, il sogno di Gesù, il Suo testamento espresso nella preghiera rivolta al Padre: “Che tutti siano uno! Come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola.” (Gv 17, 20-21)

Ma quale è stata la scintilla ispiratrice di tutto ciò? Conobbi Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, all’inizio dei miei studi universitari. Una donna innamorata di Dio che sapeva trasmettere la sua passione per un mondo più unito e fraterno a schiere di persone, giovani e adulti, laici e consacrati, di tutte le culture ed estrazioni sociali. Chiara testimoniava Dio con la sua vita, con la sua sapienza ed umiltà e il suo amore concreto per ogni prossimo che accoglieva come se fosse l’unica persona al mondo. Sapeva trarre da ciascuno il meglio, ispirando tanti a spendere bene la propria vita per essere dono per l’umanità di oggi, afflitta da molte ingiustizie e sfide, ma allo stesso tempo desiderosa di pace, di solidarietà, di gioia condivisa.

Chiara nasce a Trento nel 1920. A 23 anni consacra la sua vita a Dio: è l’avvenimento alla base della nascita e del fiorire di questo vasto movimento ecclesiale. Nella devastante distruzione della Seconda guerra mondiale, Chiara vede come tutto crolla ed è “vanità delle vanità”. Una domanda le nasce spontanea nel cuore: “Ma c’è un Ideale che nessuna bomba può distruggere?” La risposta è luminosa ed ispiratrice: “Sì c’è: è Dio”. A Lui vuole consacrare la sua vita. Così commenta quell’esperienza che ha cambiato la sua storia e quella di molti altri: «La gioia mia interiore non si può descrivere. Avevo l’impressione: “Ho sposato Dio, ho sposato Dio.” E dicevo: Cosa mai può succedere? Tutto mi aspetto, perché ho sposato Dio[1] Chiara ha sempre riconosciuto in ogni sviluppo del Movimento la guida, l’azione, la protezione e provvidenza di Dio.

L’esperienza di Chiara è tra quelle che hanno aperto nuove prospettive nella Chiesa del XX secolo. L’Opera di Maria è nata 20 anni prima del Concilio Vaticano II. Insieme ad altri impulsi sorti dal fervore dei laici, ne ha preparato e orientato la via e attuato poi la svolta storica in esso annunciata. La presenza e la peculiarità della missione dei laici nella Chiesa cattolica è uno degli aspetti centrali su cui il Concilio Vaticano II disse parole di novità, aprendo una nuova primavera ecclesiale segnata da movimenti, comunità e associazioni laicali che rappresentano il profilo mariano nella Chiesa.  Dalla vita di unione e preghiera con Dio, nasce in Chiara la certezza che l’Opera di Maria debba essere nel mondo una presenza e continuazione di Maria, vista come modello per i laici, che ha realizzato l’incarnazione e fatto entrare Gesù nella storia e in tutte le dimensioni umane.

Il 27 gennaio 2015 si è aperta la causa di beatificazione di Chiara Lubich. Ella ha indicato una strada di santità aperta a tutti. Ci fa capire che la santità si raggiunge facendo la volontà di Dio, momento per momento, che è varia per ciascuno e non dipende dallo stato di vita, come consacrati o laici, ma dalla perfezione della carità. Una suora, un prete, un vescovo, una mamma di famiglia, uno studente, un imprenditore: tutti sono chiamati da Dio ad essere nel mondo eco del Suo amore infinito e quindi santi come Dio è Santo. «Siamo sempre in cammino per realizzare la nostra santificazione. Senza questo obiettivo, del resto, la vita avrebbe poco senso perché Dio, che ci ha creati, ci ha pure chiamati alla santità. Tutti gli uomini devono perseguire questa mèta. È universale, infatti, la chiamata alla santità. […] Tutti dovrebbero raggiungere la propria perfezione. E chi vi si impegna raggiunge tale traguardo camminando per vie diverse.»[2]

Varie - 10.1 Africa
Chiara Lubich con i Fon di Fontem e Fonjumetaw a Fontem, 2000, 348_HR_© Marcello Casubolo – CSC Audiovisivi
Chiara Lubich - 1.1 Foto di epoca
La giovane Chiara Lubich, 006_HR_© CSC Audiovisivi
19991031 foto privata Luigina Tomiola
Chiara Lubich e Luigina Stella Tomiola, Augsburg, 1999, cerimonia di pubblicazione della dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, foto di Luigina Tomiola.

Di Luigina Stella Tomiola

[1] Dall’intervista di Luigi Bizzarri per il programma “Il mio Novecento” di RaiTre del 13 agosto 2003

[2] v. C. Lubich, I due pilastri, Loppiano, 14 maggio 1987, in Id., Conversazioni in collegamento telefonico, (Opere di Chiara Lubich/8.1), a cura di M. Vandeleene, Città Nuova – Centro Chiara Lubich, Roma 2019, p. 284

Immagini

  • Luigina Stella Tomiola

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