Bambini di un altro mondo | La “misericordia vissuta” secondo Padre Piumatti
Dai diari di p. Piumatti, fd di Pinerolo e missionario nel Nord Kivu per 50 anni. Raccontare l’Africa e restituirle la dignità e la parola è l’ennesimo gesto di amore e misericordia verso di essa
Leontina
A Muhanga, tutte le sere, un bel gruppetto di bimbi viene a fare le preghiere con noi e a darci la buona notte. Stasera, come al solito stringo tutte le manine, qualche abbraccio, un puffetto sulla guancia, e quando si avvicina Leontina, così spontaneamente, le chiedo «adesso vai a mangiare?».«No», mi risponde.
«Ah, hai già mangiato…».
«No».
Mi sento già un po’ imbarazzato: «Hai mangiato stamane?»; perché, e questo lo so, qua in questi giorni si mangia un solo pasto.
«No, oggi non mangiamo!» e mi fa un bel sorriso, quasi per dirmi: non ti preoccupare, è così! Lei, le sorelline e i fratellini, Leona, Luange, Leopold, Oscar… papà e mamma: oggi non mangiamo.
Che brivido, vero? Sì, l’ho provato anch’io… Eppure non posso dire di non sapere; leggo, sento la radio, ma specialmente vivo qua, ormai da parecchi anni. Ma stasera Leontina me l’ha detto, in faccia. E non si è messa a piangere; mi ha sorriso! Sì, mi ha sorriso!
Certe sensazioni bisogna provarle, dentro le viscere. Perché io sono di quelli che…, siccome mangio cena alle otto di sera, penso che tutti mangino cena alle otto di sera, o giù di lì. Lo dò per scontato.
Ed allora, ho bisogno che venga Leontina a dirmelo «io oggi non mangio». Naturalmente ho reagito; come anche tu avresti reagito, sicuramente e immediatamente.
Ho reagito perché me ne sono accorto: perché Leontina vive qui accanto a me, e io la vedo tutti i giorni perché stasera è venuta in casa mia ma… quante sere ci sono all’anno? quante Leontina ci sono in Africa … nel mondo? e se non me ne accorgo?
Una zappa
Clarisse è la seconda di cinque orfani; quattro fratellini la seguono. Ora abitano la nuova capanna; non è una reggia, ma è tutta per loro e, come tutti gli altri, devono mettersi in cammino, per la vita! Il mattino lei va a scuola, fa la 6ª elementare. Ma è anche “la mamma” di casa.
Ogni giorno, dopo la scuola, deve preparare da mangiare: acqua alla fontana, legna, cerca il cibo nel campo che Mumbere il fratello maggiore coltiva, e poi sbuccia, cucina…
Ieri sera, dopo la preghiera dei wahubiri, le ho chiesto: “come state in casa? hai bisogno di qualcosa?”.
Non è vana curiosità la mia. Osservare, frugare dentro a questo cuore dell’Africa, che è la vita quotidiana del villaggio, è troppo importante per me!
So che in casa hanno due lettini, due materassini e due coperte: quelle di lana, che le mamme di Nichelino hanno intrecciato con le loro mani.
Clarisse mi fa un sorriso, bellissimo, e mi dice subito – Sì!
Che cosa vuoi?
– Una zappa.
Clarisse, la ragazzina di 13 anni, non è un caso raro, è la realtà la più comune del villaggio. Qua, se vuoi fare un regalo non devi scervellarti troppo e non hai bisogno di andare sul virtuale.
Le cose semplici, essenziali, hanno ancora tutto il sapore del regalo.
(P. Giovanni Piumatti, Fiori selvaggi… profumo d’Africa, pp. 6-7; 29)
Fonte dell’articolo
- G. Piumatti, “Fiori selvaggi… profumo d’Africa”
Immagini
- Padre Giovanni Piumatti