Agli occhi del Padre siamo tutti figli
Ciò che ci accomuna è lo stesso amore di cui Lui ci riempie, la stessa passione che muove il suo cuore: “affinché tutti siano uno”
Era il primo dell’anno, Simone decide che: “oggi si va alla vela Rossa” per un ultimo saluto, per una manifestazione di solidarietà verso gli ultimi abitanti del mostro di cemento e di acciaio.
Appena mettiamo il piede in quella struttura, tre giovani ci rincorrono e dicono: “non potete stare qui, cadono oggetti dall’alto”. Abbiamo fatto il gesto di andarcene; poi, è venuto Pasquale, ci ha raggiunto Salvatore ed, infine, Marco che ci ha fatto visitare l’alloggio 116 al terzo piano.
“Mi mancherai, casa mia 116” era scritto sul muro.
Sulla destra, un quadro della Madonna appoggiato al divano; sulla sinistra, la televisione, una mensola ed appoggiato sopra il telecomando come a dire: schiaccia il pulsante Play per far continuare la vita di questo alloggio.
Ma purtroppo l’appartamento era inesorabilmente vuoto; i bambini se ne erano andati insieme ai loro genitori.
Salvatore apre le porte di casa sua e, miracolosamente, adagiato sul grande tavolo del soggiorno, ci troviamo di fronte l’amore più grande: un bambinello sulla mensa di casa con una luce davanti.
Sulla tazza che conteneva la luce, era scritto: “atrapas tus sueños”, “cattura i tuoi sogni”.
Il mio sogno è di “fare del mondo una sola famiglia”, ma questo si scontra con la triste realtà che ho di fronte: persone che vivono drammaticamente ai margini della strada.
Per più di quarant’anni, sei stato obbligato a vivere in una struttura fatiscente o in un campo Rom iscritto nei 72 SIN, cioè luoghi più inquinati d’Italia, e d’improvviso, per un decreto scritto su un foglio di carta, ti vengono dati pochi giorni per andartene via perché il luogo in cui vivi non è sicuro.
Io una casa ce l’ho, un piatto caldo sul tavolo pure, la libertà data da una buona formazione scolastica ce l’ho e loro no: perché ?
La mia missione mi porta a offrire delle risposte a questa domanda, è un’esigenza di giustizia che trova radici nel cuore stesso di Dio : “che loro abbiano le stesse possibilità che ho avuto io”.
Perché no ?
Una casa, uno studio, un lavoro?
E se in questo sogno riuscissi a coinvolgere altri? Miriam, Andrea, Nicole poi Nunzio, Antonella, Luigi?
La rivoluzione è bella e fatta : l’amore di Cristo ci spinge a volere il bene dell’umanità dove anche salvandone uno soltanto, salvo me stesso e l’ultimo dei miei fratelli.
(Dalla Newsletter di p. Carlo Salvadori, 11 gennaio 2025)
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- P. Carlo Salvadori